Quali sono le origini della mancanza di fiducia di sé, e perché questa si proietta nella “dipendenza diagnostica” e nell’identificazione nel sintomo?
La mancanza di autostima è comunemente definita anche come “mancanza di stima di sé”. Questo termine si riferisce a una valutazione negativa di se stessi, spesso in relazione alla mancanza di fiducia nelle proprie capacità. Dal greco πίστις (pistis, ovvero convinzione), il termine “fiducia” in passato era associato a concetti di fede, mentre oggi la nostra “idea di fiducia” si proietta nella “dipendenza diagnostica” nel sintomo.
Sebbene le diagnosi possano fornirci un senso di sicurezza riguardo ai nostri stati emotivi, allo stesso tempo possono anche fomentare una “dipendenza” dall’entità diagnostica, similmente alle credenze spirituali del passato.
Come accenno nel capitolo “Malattia e Occulto” del mio Libro:
« (…) la nascita di un’esigenza “religiosa” interiore, guidata da una ricerca catartica, nel corso del tempo avrebbe condizionato il concetto moderno di disagio interiore, se consideriamo che in svariati culti arcaici – come ancora oggi – esistono liturgie di purificazione dell’anima dalla presenza di entità insane (…) ». Dal mio libro ©La Fragilità può essere Distrutta. Link al Libro
Se la fiducia nelle nostre capacità viene posta esclusivamente in un’entità esterna (sia essa religiosa, diagnostica o relazionale) e non in una conoscenza solida e indipendente delle proprie capacità, si cercherà costantemente questa sicurezza “al di fuori di sé”.
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