, ,

Reportage RAI di Napoli, Presidio contro il Genocidio Palestinese

L’ARTICOLO 21 della COSTITUZIONE ricorda: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero e la Stampa non può essere soggetta a Censure da parte dello Stato”.

NON PER LA RAI.

Era il 13 Febbraio, quando, a pochi mesi dall’inizio dell’Olocausto Palestinese, ero fuori la sede RAI di Napoli insieme ad altri 250 manifestanti. “Radio Televisione Israeliana” o “Rete Assassina Israeliana” così esordiva uno striscione e un murales (vedi foto).

FOTO: Simone Capuano
FOTO: Simone Capuano

Il motivo della protesta a Napoli – e in altre città italiane – appare paradossale, se si pensa che è proprio la TV pubblica, che dovrebbe farsi garante della verità e dell’informazione libera, ad aver diffuso falsità riguardo alla strage di Gaza, che prosegue ormai da 75 anni.

“Più una società si allontana dalla verità, più odierà coloro che la dicono” direbbe, G. Orwell.

Ma d’altronde, il giornalismo italiano è morto, proprio come i 122 giornalisti assassinati in Palestina dal regime Israelo-ccidentale. (fonte: Nazioni Unite)

FOTO: Simone Capuano

Ma perché lo slogan di questa protesta davanti alle sedi delle TV pubbliche recitava “RAI complice del Genocidio”?

Organizzata dalla Rete sociale per la Palestina, la contestazione si è svolta in risposta alla presa di posizione dell’Ad RAI Roberto Sergio, letta da Mara Venier, dopo la dichiarazione dell’ambasciatore israeliano contro lo slogan “Stop al genocidio” del rapper Ghali durante il Festival di Sanremo.

Quello che doveva essere un presidio pacifico degenera nel caos quando i manifestanti affiggevano uno striscione ai cancelli RAI, difesi dagli agenti antisommossa. Durante le tensioni, Mimì Ercolano, sindacalista del Si-Cobas, viene colpita da un agente, restando col volto coperto di sangue (in foto).

La foto, scattata da me, è diventata virale su Instagram. Qui alcuni screenshot

FOTO: ANSA
FOTO: Simone Capuano

“Attimi di tensione, colpito più volte mentre svolgevo il mio lavoro”, la dichiarazione di Ivan Romano, fotoreporter ferito.

Ciò che ha causato il dissenso di migliaia di manifestanti in tutta italia – e nel mondo – è stata la retorica dei media occidentali, che continuano a difendere senza riserve ogni azione del governo Israeliano, attraverso la manipolazione e la negazione sistematica della verità.

Qualcosa che ricorda, i sistemi totalitari del primo ‘900.

FOTO: Simone Capuano
FOTO: Simone Capuano
L’ex sindaco di Napoli de Magistris, presente alla protesta | FOTO: Simone Capuano
FOTO: Simone Capuano

Alla luce di questo, avendo una coscienza civile, ci si chiede: “Posso continuare a vivere in un paese in cui, i mezzi di informazione pubblici, continuano a definire innocenti indifesi, bambini devastati, come terroristi?

Non è forse la negazione dell’Olocausto nazista che ha fondato il nazismo in sé?


Iscriviti alla Newsletter





Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *